De Rerum Rurale

Matteo Lucchetti

NICO ANGIULI, ROSSELLA BISCOTTI, BEATRICE CATANZARO, MICHELANGELO CONSANI, LEONE CONTINI, LUIGI COPPOLA, DANILO CORREALE, RICCARDO GIACCONI E ANDREA MORBIO, ADELITA HUSNI-BEY, MARZIA MIGLIORA, MOIRA RICCI, ANNA SCALFI EGHENTER, MARINELLA SENATORE, VALENTINA VETTURI

L’Italia è un Paese con un consumo di suolo tra i più alti in Europa, scenario privilegiato di un paesaggio post-rurale, nel quale i confini tra urbano e agricolo sono svaniti in maniera direttamente proporzionale all’espansione di politiche speculative nella gestione del territorio. Parallelamente, l’indebolimento delle grandi narrazioni nazionali e sovranazionali ha lasciato il campo a nuovi localismi, che esprimono nuovi rapporti di forza tra gli individui e le varie comunità alle quali appartengono, espressione di nuove negoziazioni sull’uso degli spazi e delle regole che li governano.

In De Rerum Rurale il concetto di ruralità è inteso come un grado zero dello spazio antropizzato, un luogo nel quale la creazione di leggi e la loro applicazione si trovano in un costante stato di negoziazione e flessibilità, una dimensione ideale nella quale nuove comunità possono costituirsi e illustrare nuove interpretazioni e impieghi di ciò che consideriamo bene comune.

Nello spazio espositivo il termine rurale si rende permeabile e transitorio nel suo significato, lasciando raccontare ai lavori in mostra diverse declinazioni possibili. Le “cose della ruralità” del titolo sono quindi tanto riconoscibili nelle evocazioni del mondo agricolo, quanto negli scenari dello sfruttamento delle risorse e delle persone che coltivano oggi le nostre terre. Il rurale si presta a immaginare nuovi scenari a basso grado di antropizzazione, dove regole e codici esistenti possono venire riscritti collettivamente e dare il via a nuovi modi dell’abitare. E ancora, il rurale si presta come catalizzatore di narrazioni minori che provengono da comunità temporanee, immaginate, nomadi, oppresse o resistenti che popolano il territorio italiano contemporaneo.

Circumnavigare attorno alla ruralità, descrivendone nuovi significati e possibilità interpretative è, in De Rerum Rurale, un modo per esplorare produzioni artistiche recenti che scelgono come spazio operativo il tessuto sociale e i paesaggi che gli fanno da sfondo, l’attraversamento della società come modus operandi e l’impegno verso questa come compasso del proprio operare. Il rurale della nostra contemporaneità è da intendersi come uno spazio ibrido, in divenire, dove la metamorfosi tra stati è generativa di scenari inediti e trasformativi.

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