Cyphoria

Domenico Quaranta

ALTERAZIONI VIDEO, ENRICO BOCCIOLETTI, MARA OSCAR CASSIANI, PAOLO CIRIO, ROBERTO FASSONE, GIOVANNI FREDI, ELISA GIARDINA PAPA, KAMILIA KARD, EVA E FRANCO MATTES, SIMONE MONSI, QUAYOLA, FEDERICO SOLMI, MARCO STRAPPATO, NATÁLIA TREJBATOVÁ

“Viviamo in un’epoca ormai intrisa di mediazione, che si è intrufolata in ogni aspetto della vita, dell’esperienza, dell’immaginazione e del racconto. La politica, l’economia, il lavoro, le forme della comunicazione e della socialità, ma anche l’intimità e il sogno sono stati stravolti dall’impatto dei media digitali, e questioni come la privacy, la sorveglianza, la capitalizzazione della vita sociale definiscono una parte importante di ciò che chiamiamo presente. Cyphoria, la sezione da me curata della 16a Quadriennale d’arte, solleva queste tematiche e indaga come si riflettono nell’arte italiana contemporanea”. Domenico Quaranta

Gli ultimi venticinque anni hanno visto il progressivo estendersi all’intero mondo globalizzato delle conseguenze politiche, economiche, sociali e culturali di una evoluzione tecnologica partita all’indomani della seconda guerra mondiale. Scegliamo il termine “evoluzione”, al posto del più comune “rivoluzione”, non a caso: se una rivoluzione si colloca in un momento preciso del tempo, l’evoluzione non conosce tregua, e la successione dei cambiamenti, con la sua velocità, ha avuto un ruolo preciso nel plasmare la condizione contemporanea. Non c’è aspetto della vita che non sia stato trasformato dall’incontro, e dallo scontro, con i flussi di dati digitali che escono dal computer, medium universale, e viaggiano sulle reti, e dall’esperienza della mediazione.

Cyphoria è una mostra che intende indagare il modo in cui la condizione contemporanea si riflette nel lavoro di alcuni artisti italiani che hanno iniziato a lavorare, in momenti diversi, nel corso di questa evoluzione. L’espressione – un neologismo che unisce il prefisso cyber e il termine dysphoria – descrive, secondo Basar, Coupland e Obrist, lo stato di chi crede che Internet sia il mondo reale; ma è adottata qui per descrivere lo sforzo, e il disagio, di vivere una condizione che l’uomo ha prodotto, ma che non è stato istruito ad abitare; di decodificarne e rivelarne i linguaggi e l’influenza sulle forme del lavoro, della comunicazione, della socialità e della politica, di adottarne e di plasmarne le estetiche e gli immaginari. La mostra raccoglie artisti che esplorano questa condizione sia nella sua dimensione pubblica – affrontando questioni come la censura, la crisi della proprietà intellettuale, la sorveglianza, le nuove economie sommerse della rete, l’ubiquità della produzione di artefatti culturali – sia nella sua dimensione privata, indagando le conseguenze intime e personali introdotte dall’iperconnessione, dall’accelerazionismo, dal diluvio di informazioni, dal nuovo equilibrio tra dimensione pubblica e dimensione privata a cui vivere in rete ci ha abituato.

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